Le Cicatrici dell'Odio: intervista a Claudio Battaglia, autore del romanzo
- Admin
- 3 lug 2017
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Claudio Battaglia, classe 1976, nato a Velletri ma cresciuto a Latina, fa il suo ingresso nelle librerie italiane con il suo primo romanzo d'esordio,
"Le cicatrici dell'odio", edito Kimerik e presentato
"Le cicatrici dell'odio" è un romanzo crudo e schietto ma al tempo stesso una storia sulla fragilità dei rapporti umani. Affronta l'attualità, con l'efferatezza della violenza, muovendosi sul filo sottile che lega amore e odio.
Ma è soprattutto una riflessione sulla profondità dei sentimenti umani e sulla loro mutevolezza.
Noi di nInfo Comunicazione abbiamo intervistato Claudio Battaglia, per conoscere meglio la sua storia, i suoi personaggi e la sua esperienza personale.
Prima di tutto Claudio, come è nata questa storia?
L’ispirazione mi è venuta perché, dopo aver letto alcune notizie di cronaca, mi sentivo profondamente turbato. Per esempio ci sono state persone che hanno gettato dell’acido su altre, provocando un radicale cambiamento nelle vite delle vittime che hanno subito l’aggressione. Anche poco fa, nell’attentato avvenuto a Londra, i terroristi hanno ucciso delle persone e hanno deciso di accoltellare dei passanti, i quali hanno riportato gravi ferite. Io, riflettendo su questo genere di avvenimenti, mi sono voluto immedesimare nella vittima, chiedendomi cosa prova una persona che, a causa di un gesto violento provocato da un’altra, si ritrova a dover affrontare la propria quotidianità che inevitabilmente, dopo l’aggressione ricevuta, non è più la stessa.
In questa storia ho voluto “scavare” nell’animo di chi non riesce a perdonare colui che gli ha fatto del male, e quando il sentimento dell’odio si insinua nei nostri “cuori” riesce a provocare un radicale cambiamento, in ognuno di noi.
E’ difficile per un autore emergente pubblicare la sua prima opera?
E’ davvero difficile trovare una casa editrice, seria, disposta a investire su un autore sconosciuto. Oggi, grazie a Internet ,siamo agevolati, nel senso che uno scrittore può inviare il proprio libro a tante case editrici, senza dover spedire il pacco contenente il manoscritto cartaceo.

In “Le cicatrici dell’odio” affronta il tema dell’amore sotto diversi punti di vista, mostrando l’impossibilità di una definizione univoca di questo sentimento e come può cambiare l’esistenza di una persona, anche in negativo. Come mai ha deciso di soffermarsi proprio su questo tema?
Credo che ognuno di noi viva l’amore in modo diverso da un altro. C’è chi per amore farebbe follie, e chi, invece, vive questo sentimento in maniera più distaccata e non è disposto a sacrificare nulla, di se stesso, per il bene della coppia. Non credo ci sia un criterio standard per amare nel modo giusto. Ogni persona ha un suo concetto dell’amore, e lo vive all’interno del proprio “mondo interiore”, ritenendo che sia valido il suo punto di vista. L’unica certezza è che l’amore esiste, vero e vitale, e sicuramente questo sentimento è la “benzina” che fa ancora andare avanti l’intera umanità.
Tutti i personaggi principali del suo romanzo finiscono per mostrarsi diversi da come sono presentati all’inizio. E’ stato complicato per lei imprimergli questa caratterizzazione o è stata una conseguenza naturale dello scorrere della storia?
Vero, questo è uno degli aspetti principali del romanzo. Secondo me in tutti gli esseri umani sono presenti vari lati del carattere e, a seconda degli scenari che la vita ci offre, usiamo una parte di noi per reagire e affrontare le cose. Nessuno può dire di conoscerci a fondo, tranne noi stessi. All’interno del nostro io si celano una moltitudine di sfaccettature, e non c’è da stupirsi se a volte facciamo un gesto cortese e poi ci chiediamo: da dove nasce tutta questa bontà? Era li, già dentro di noi, è solo che, la vita stessa, non ci aveva ancora dato l’opportunità di poterla esprimere. Lo stesso concetto è valido per la cattiveria e per altri sentimenti che caratterizzano l’essere umano.
Latina è lo sfondo principale della prima parte del romanzo: che rapporto ha con la sua città?
Lo ammetto, sono “innamorato” della mia città. Credo che noi latinensi siamo fortunati perché abbiamo un’ottima qualità della vita: poco traffico, una città dove c’è tutto, ed è anche“comodamente” pianeggiante. Inoltre, a poca distanza, c’è Roma, ci sono delle meravigliose montagne alle nostre spalle e il mare a “due passi”. Avevo bisogno di un luogo per ambientare il libro; ho scelto Latina, perché credo che non manchi proprio nulla alla mia bella città.
E' soddisfatto della diffusione di contenuti culturali nella città?
Credo che gli spazi ci sono e anche le persone sono molto disponibili. Con piacere ho notato la recente campagna pubblicitaria che invoglia alla lettura, la ritengo una valida iniziativa. Bisogna spronare le persone a leggere, perché il tempo che leggiamo arricchisce le nostre esistenze, permettendoci di “viaggiare” con la mente. Non lo dico perché sono di parte, ma ne sono pienamente convinto e anzi, con l’arrivo dell’estate, confido in un po’ di tempo libero per dedicarmi alla mia passione: la lettura.
Continuerà a scrivere? Ha in mente di pubblicare una nuova storia?
Si, ho già scritto 200 pagine del nuovo romanzo, che tratterà di un tema altrettanto attuale: la brama di denaro. Una copiosa eredità è motivo di litigio tra due fratelli che, da sempre, vivono un rapporto conflittuale tra loro. I soldi che diventano motivo di scontro, l’avidità che si impossessa dell’essere umano fino a spingerlo a commettere azioni spregevoli, portando i personaggi a vivere sentimenti d’invidia, rabbia, rancore, che finiranno per spingerli ai bordi di un precipizio dove, chi scivolerà dentro, verrà risucchiato nel vortice doloroso e spietato della follia.
Che consiglio vuole dare a chi vorrebbe pubblicare il proprio romanzo?
Se posso, nel mio piccolo, dare un consiglio a chi vuole pubblicare il suo primo libro, è quello di non scoraggiarsi se non arrivano subito contratti di edizione da poter firmare, ma è necessario continuare a crederci e provarci, senza arrendersi mai.
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